Pubblicato Su May 10, 2019
I soci del Club Milano Digital hanno avuto il privilegio di partecipare alla Riunione Interclub che ha ospitato come relatore la Professoressa e Senatore a vita Elena Cattaneo.
L'incontro, a cui hanno partecipato circa 200 soci di diversi Rotary Club, ha ripercorso la storia della battaglia contro la Malattia di Huntington, dalla sua individuazione come malattia genetica, fino all’identificazione del gene che ha permesso di individuare alcuni fra i meccanismi di patologia e nuovi bersagli per lo sviluppo di farmaci.
La relazione della Prof. Cattaneo ci ha coinvolto sia per la trattazione scientifica divulgata in maniera assolutamente comprensibile, sia per l'impatto emotivo e l'umanità delle storie delle comunità colpite, spesso residenti in zone marginali e depresse del pianeta.
 
 
 
Nata a Milano, dopo aver conseguito una laurea con lode in Farmacia nel 1986 e un dottorato in Biotecnologie applicate alla farmacologia presso l’Università Statale di Milano, Elena Cattaneo si trasferisce per alcuni anni a Boston, dove inizia la sua ricerca sulle cellule staminali cerebrali nel laboratorio del professore Ron McKay al Massachusetts Institute of Technology. Tornata in Italia, continua le sue ricerche dedicandosi allo studio della malattia di Huntington. Diventa ricercatrice dell’Università di Milano, nel 2001 professoressa associata e nel 2003 professoressa ordinaria presso lo stesso ateneo, ricoprendo diverse cattedre.
Il 30 agosto 2013 viene nominata, dal Presidente Napolitano, senatrice a vita insieme a Claudio Abbado, Renzo Piano e Carlo Rubbia: è la più giovane senatrice a vita nominata nella storia della Repubblica.
 
Il racconto di Elena Cattaneo sulla Malattia di Hungtinton parte dalla fine degli anni Settanta, 58 scienziati provenienti da tutto il mondo approdarono proprio in quei villaggi isolati, alla ricerca del gene dell’Huntington. A convincerli fu l'invito coraggioso di una giovane donna la cui famiglia era stata colpita da quella terribile malattia, Nancy Wexler, neuropsicologa pioniera degli studi sull’Huntington. È grazie allo studio del sangue prelevato agli abitanti di quei villaggi sul lago Maracaibo se oggi conosciamo il gene che causa la malattia. Ogni figlio di una persona malata ha il 50 per cento del rischio di ricevere il gene che, se mutato, provoca la morte di alcuni neuroni del cervello, causando la perdita progressiva di funzioni motorie e cognitive. La scoperta del gene ha permesso di predisporre di un test genetico che può predire se la malattia si manifesterà e di avere farmaci che ne attenuano i sintomi.
 
Questi benefici, però, non sono mai arrivati in Venezuela. A quelle latitudini, i malati e le loro famiglie vivevano e vivono ancora oggi isolati e segregati dal resto della società, perché considerati "indemoniati" da tenere lontani. Sono segni caratteristi dell’Huntington i movimenti scomposti, involontari e incontrollabili, la mimica facciale alterata, una magrezza eccessiva: per questo, la malattia è chiamata anche corea – dal greco danza - e conosciuta in Italia anche con il nome ballo di San Vito. L’Huntington è una malattia particolarmente difficile perché, alle difficoltà di affrontarla, si aggiunge uno stigma che è causa di vergogna e isolamento
 
Elena Cattaneo, insieme a suoi colleghi operanti nei villaggi più colpiti e dimenticati del Venezuela, ha organizzato l'iniziativa “Mai più nascosta/Hidden no more” che ha permesso ai malati di Huntington del Sud America di essere protagonisti di un evento umanitario internazionale che ha scritto un nuovo capitolo nella storia della malattia: il 18 maggio di quell'anno oltre cento pazienti arrivati da Venezuela e Colombia e da altri paesi dell’America Latina insieme alle loro famiglie, persone che fino ad allora non erano mai uscite dai loro villaggi, sono stati accolti da Papa Francesco in Vaticano per la prima udienza dedicata all'Huntington. Insieme a loro hanno ricevuto l'abbraccio del Papa altre centinaia di malati e loro familiari, amici, studiosi, membri di associazioni accorsi da 25 diversi Paesi.
 

Al termine della relazione il Presidente, Tiziano Bocchi, ringrazia la D.ssa Cattaneo conferendole il Paul Harris Fellow, la massima onoreficenza nel Rotary, leggendo la seguente dedica:

Per il continuo servizio offerto all’umanità attraverso eccelse
competenze scientifiche e per il profondere di un instancabile impegno
nella diffusione dei valori umani e sociali.